Le monete locali (dette anche complementari o regionali) sono strumenti di pagamento complementari che affiancano le valute ufficiali e sono utilizzate su base volontaria in determinati contesti locali da persone, esercizi commerciali, aziende unite da relazioni economiche, sociali, culturali e che scelgono di aderire al progetto.

La decisione di realizzare una moneta locale deriva dal desiderio di reagire alle conseguenze negative della globalizzazione economica, di riappropriarsi della moneta intesa come mezzo e non come fine e ricollegarla all'economia reale: usare monete locali significa insomma contestare la finanziarizzazione dell'economia, "il denaro che produce denaro" e la speculazione che questo comporta.

 

Al centro della politica c'è l'economia. E al centro dell'economia c'è il denaro. Lo strapotere del denaro sta minando il primato della politica e per certi versi anche della democrazia; riappropiarsene e ridimensionare il potere significa anche sostenere il processo democratico, un modo diverso di vivere e un tentativo di costruire un'economia non incentrata sullo sfruttamento e sulla crescita.

La moneta locale non sostituisce la valuta ufficiale, ma la integra e ha obiettivi diversi: se da una parte l'euro è la moneta degli scambi internazionali, che promuove l'accumulazione, la competizione e la redistribuzione attraverso risparmi e investimenti con conseguente crescita esponenziale degli interessi e dei dividendi, la valuta locale può affrontare in modo sostenibile i pericoli dell'inflazione, mantenere un legame con l'economia reale, essendo questa prodotta con processi trasparenti e controllata in modo democratico dagli abitanti della regione.

Una caratteristica ricorrente delle monete locali è la presenza di incentivi alla loro circolazione che possono realizzarsi come un costo per chi tiene ferma la moneta troppo a lungo (una vera e propria "data di scadenza") o una svalutazione periodica, limitando così la funzione della moneta a mezzo di pagamento.

La moneta complementare è un prodotto delle realtà locali ed è esclusivamente all'interno dei circuiti economici ristretti che essa circola, rendendo impossibile alla ricchezza prodotta in loco di uscire dal contesto locale o di prendere il volo ad esempio verso paradisi fiscali o paesi a manodopera a basso costo.

La limitazione della circolazione a livello locale della valuta complementare può contribuire a proteggere le piccole aree dagli effetti dell'instabilità finanziaria che si genera a livello nazionale o internazionale (e comunque per cause indipendenti dal volere dei cittadini) e mantenere la ricchezza là dove viene creata.

Gli elementi positivi che derivano dall'introduzione delle valute locali non sono solamente di tipo economico, ma anche (e soprattutto) sociale: relazioni, condivisione culturale, senso d'identità, valorizzazione delle capacità e dei saperi locali.

Il denaro e l'uso che ne facciamo danno forma al nostro immaginario: così il ricorso ad altri strumenti di intermediazione e di scambio può contribuire a rafforzare l'identità locale e a ridare forza a valori come la reciprocità, il dono e l'altruismo.

Ciò che si perde con questo sistema è la crescita compulsiva, esponenziale dei risparmi e l'accumulazione di moneta nelle mani di pochi.

Numerosi sono gli esempi nel mondo di circuiti monetari complementari:

 

Rete globale dello scambio o del baratto

L'esperienza è nata in Argentina nel 1995, dalle iniziative di diversi cittadini che per far fronte alla crisi economica e finanziaria e alla conseguente scarsità di valuta ufficiale, si sono organizzati per soddisfare le proprie necessità materiali, formative, ricreative e di salute attraverso uno scambio non monetario, basato sull'utilizzo di buoni stampati su carta.

I vari gruppi, o club del trueque, si sono poi aggregati in una rete a livello nazionale al fine di creare un mercato che usasse una valuta locale e indipendente, senza inflazione nè usura; molte comunità hanno così riscoperto le tradizioni e le peculiarità socio-culturali e sono riuscite a liberarsi dalla dipendenza dagli aiuti statali e internazionali.

Negli ultimi anni però il sistema è entrato in crisi a causa dell'incontrollata emissione di buoni, la perdita di controllo del sistema a livello locale e l'intromissione del governo.

 

Biglietti di assistenza sanitaria, monete-carbone, monete-foglia

Il Giappone come altri paesi vanta un ricchissima esperienza in materia di monete complementari, create sia per iniziativa statale che popolare.

Nel primo gruppo rientrano i Foreai Kippu, letteralmente biglietti di assistenza sanitaria, introdotti per affrontare i problemi derivanti dal sempre maggior numero di anziani che necessitano di assistenza domiciliare. Secondo questo sistema l'anziano "affitta" un assistente che lo aiuta nelle faccende quotidiane. L'assitente viene retribuito con un credito Fureai Kippu, che può mettere in un conto di risparmio dal quale può attingere all'occorrenza, oppure che può cedere a terzi anche in altre parti del paese come forma di pagamento.

Per quel che riguarda le monete locali nate dall'iniziativa dei cittadini è conosciuto il "grammo di carbone dolce di legna," prodotto molto diffuso nella regione di Osaka. Nel distretto di Yokohama invece la "moneta-foglia" ha convertibilità diretta con derrate alimentari durante la stagione del raccolto.

 

Chiemgauer

Una delle iniziative tedesche più riuscite in materia di monete complementari è quella realizzata a Prien, in Baviera. Il sistema è stato messo in piedi da un professore della locale Scuola Waldorf, con l'aiuto degli studenti della sua classe, e funziona come meccanismo di voucher; l'unità di misura è il Chiemgauer e vale un euro. Un acquirente entra nel sistema scambiando alla pari euro per Chiemgauer e che li utilizza poi per comprare beni negli esercizi aderenti, allo stesso prezzo a cui li comprerebbe in euro.

Chi riceve i voucher può a sua volta utilizzarli per altre transazioni oppure scambiarli con euro, "pagando" una penale del 5%, di cui il 2% va a coprire le spese di gestione e il 3% viene devoluto alle organizzazioni no profit scelte dagli acquirenti al momento del loro ingresso nel sistema.

Per gli esercizi commerciali questo 5% viene contabilizzato come una spesa di marketing ed è quindi deducibile dalle tasse.

Il Chiemgauer mantiene il suo valore solo se si applica sul voucher un bollo del valore del 2% quattro volte l'anno (il deprezzamento annuale è dell'8%). Gli esercizi commerciali sono incentivati ad accettare i Chiemgauer perchè in questo modo è più facile fidelizzare i clienti che li utilizzano e tutti coloro che li detengono sono spinti a spenderli e farli circolare velocemente per evitarne il deprezzamento.

 

Esempi di monete "alternative"

Lcc (Local Capital Circuits): è una rete di scambio, sviluppata dalla Fondazione olandese Strohalm e applicata anche dal movimento dei Senza terra in Brasile, che unisce consumatori e aziende tramite lo scambio di merci o servizi in base a "unità di scambio", all'interno di un cerchio chiuso, fuori del sistema monetario reale e senza interesse aggiunto.

 

Lets (Local Exchange Trading System): ideato negli anni '70 per ridare lavoro ai licenziati di una base aerea.

Oggetto degli scambi di questo sistema sono beni, servizi e saperi (ad esempio ore di consulenze).

Il principio è semplice: si accende un conto in capo a ciascun aderente al sistema.

All'avvio ognuno ha un saldo nullo. Ad ogni pagamento effettuato sul conto dell'acquirente viene registrato un debito pari alla somma spesa, mentre viene accreditato lo stesso ammontare sul conto di che ha rfornito il servizio oggetto dello scambio

 

Sel (Système d'Echange Local): versione francofona dei Lets inglesi.

 

Ithaca: anche New York, capitale della finanza mondiale, ha un sistema complementare al dollaro. Gli Hours of lthaca vengono impiegati per pagare il lavoro prestato reciprocamente a livello locale, all'insegna dell'attenzione per l'ecologia e la giustizia sociale. La gente ci paga l'affitto, i migliori ristoranti in città li accettano, così come i cinema, i bowling e i negozi.

 

Circolo Wir: organizzato in forma di cooperativa, è stato fondato a Zurigo nel '34. Per rimediare all'insufficiente disponibilità di denaro a causa dell'eccessiva tesaurizzazione, questo sistema abolì gli interessi. Così il credito Wir, senza interessi, aumentò il potere d'acquisto e contribuì alla circolazione di beni. Il Wir crebbe a un tasso impressionante, dall'80 al '91 il giro d'affari passò da 250 milioni a oltre 2 miliardi di franchi.

 

Sec (Sisthème d'Echange Communitaire): diffusi in Senegal, si prefiggono l'obiettivo di dinamizzare gli scambi, mediante reti locali e principi di vicinato e di prossimità, con una particolare attenzione alle persone svantaggiate.

 

SIMEC: primo esperimento di moneta locale in Italia da parte dell'economista in pensione Giacinto Auriti. I Simec erano ceduti in cambio di lire e ritirati quando venivano presentati al doppio del valore originario. Di fatto il reddito di chi deteneva moneta locale raddoppiava. L'esperimento si sviluppò con successo nel 1999-2000 nel comune di Guardiagrele in provincia di Chieti, ma un indagine della Guardia di Finanza portò al sequestrò di tutti tagliandi.

Dopo il dissequestro Auriti fu scagionato da ogni accusa nel processo, ma il suo esperimento si spense da lì a pochi mesi.

 

Eco-Aspromonte: nata per sostenere le attività del parco dell'Aspromonte e rilanciare l'economia, si trattava di una moneta vera e propria, coniata dalla Zecca di Stato, che conviveva con l'euro. Le banconote avevano una data di scadenza, che impediva l'accumulo di moneta inoperosa, entro la quale il possessore poteva convertirle in euro. Secondo i suoi ideatori la moneta locale aveva la funzione di garantire la biodiversità, e poteva essere vista come una nuova convergenza tra ambientalismo ed economia solidale. L'esperienza è poi terminata con la conclusione del mandato del presidente del Parco Tornino Perna nel 2005.

 

Arcipelago SCEC: Nel 2007 nasce Arcipelago Šcec, un'associazione che riunisce sotto un'unica regia alcuni esperimenti di monete locali italiane (Ecoroma nella capitale, Scec di Napoli, Kro in Calabria, Thyrus a Terni e Tau in Toscana) e il DANEE, il buono locale di solidarietà milanese, con l'obiettivo di permetterne la diffusione e l'utilizzo tra le PMI (Piccole e Medie Imprese), nel settore del welfare, e per le politiche di territorio, previdenziali-assistenziali, sanitarie, relative a carcere e giustizia.

I buoni ŠCEC vengono stampati da Arcipelago ŠCEC, gestiti dalle Associazioni locali aderenti e consegnati gratuitamente agli iscritti (ad ogni distribuzione è richiesto solo un libero contributo per il recupero delle spese di stampa).

Hanno un rapporto 1:1 con l'euro (uno ŠCEC equivale ad un Euro) ma, ovviamente, non sono convertibili, possono solo passare di mano in mano, da qui l'espressione "la Solidarietà ChE Cammina".

Al momento dell’iscrizione l’accettatore – ovvero il produttore, il commerciante, l’artigiano, il professionista – indica liberamente la percentuale di accettazione dei Buoni Locali, valore che si aggira solitamente tra il 5 e il 30% del prezzo del prodotto o del servizio. Percentuale che potrà variare in qualsiasi momento solo con una semplice comunicazione. Ogni associato, sia esso fruitore che accettatore, riceve, all’atto dell’iscrizione, 100 ŠCEC.

L’obiettivo comune è rendere questa distribuzione periodica fino a divenire mensile. Ciò potrà avvenire nel momento in cui il circuito locale sarà in grado di garantire e permettere una circolazione di Buoni Locali costante e continuativa.

Arcipelago potrà anche distribuire ŠCEC in favore di chi si sarà distinto per comportamenti virtuosi come la raccolta differenziata, l'assistenza a domicilio, ecc. o attività che in alcuni casi dovranno essere concertate con gli enti locali (attività culturali o socialmente utili).

Tutte queste caratteristiche sono comunque riportate nel Regolamento di Gestione che fa parte delle regole comuni necessarie per la circolazione degli ŠCEC tra le realtà regionali.

Gli ŠCEC si contano e si scambiano anche elettronicamente attraverso il ContoŠCEC : i Buoni Locali elettronici diverranno una quota sempre più importante nella circolazione totale della ricchezza di un territorio, lasciando al cartaceo le funzioni di ordine sociale e lo scambio tra privati.

NAPO: questo progetto ideato dalla giunta del sindaco Luigi DeMagistris, che entrerà in vigore a Napoli nell'autunno 2012, consiste nel consegnare ad ogni famiglia della città, in regola con le tasse, un pacchetto da 250 Napo dal valore virtuale di 250 euro. Virtuale perchè non possono essere incassati, ma sono validi solo nei negozi e negli studi porofessionali convenzionati col circuito come buoni sconto del 10% al portatore. Il Napo potrà essere utilizzato soltanto in città, perseguendo l'obbiettivo di fondo di rilanciare il commercio locale portando la spesa all'interno della comunità.

SUSINO: moneta locale nata nel 2012 in Val di Susa per opera di Etinomia, associazione di 350 imprenditori locali che hanno aderito al suo manifesto etico in difesa dei beni comuni e contro le grandi opere inutili. Al momento le aziende convenzionate nella valle sono 150, ognuna di esse ha ricevuto 50 carnet da 100 susini che verranno distribuiti dai commercianti ai clienti, i quali li potranno utilizzare per pagare il 10 per cento della propria spesa. Come spiega Ivano Toffoletti (componente del direttivo di Etinomia) gli obiettivi del susino sono molteplici: incentivare i consumi presso il piccolo negozio, generare una economia di zona a chilometro zero, invogliare i turisti a visitare la Val di Susa, il cui nome ultimamente viene associato solo alle proteste No Tav, creando pacchetti viaggi con incluso i carnet di Susini.

NAUNO: esperienza presente in Trentino, precisamente in Val di Non e Val di Sole. Il Nauno è un moneta locale che arriva in alcuni casi a pagare il 30 per cento del prezzo del bene o de servizio nei 52 negozi convenzionati, parrucchiere, fornai, floricoltori e altro.

 

SARDEX: traendo spunto dall'esperienza del Wir, nel 2009 viene creata in Sardegna il Sardex, moneta virtuale utilizzata per comprare beni e servizi. Ogni unità di conto vale 1 euro, ma a differenza della moneta corrente è immune dagli interessi. Quando una azienda entra nel circuito .le vengono assegnati una ammontare di Sardex pari all’importo di beni e servizi che questa è disposta a vendere e a comprare nel network. Entro 12 mesi la posizione vendita-acquisto deve essere pareggiata. Se una azienda è in difficoltà si muovono tutte le altre e se proprio è impossibile tornare in pareggio la posizione viene saldata in euro. L'euro è anche utilizzato per pagare l'Iva, le altre imposte e i contributi previdenziali rendendo l'utilizzo del sardex legale e trasparente.

Il requisito fondamentale per diventare associati è essere una piccola-media impresa e operare in Sardegna. Per una questione etica sono esclusi le finanziare e le rivendite d'armi.

Per il futuro si cercherà di aprire questa esperienza anche ai privati.

 

RIFERIMENTI

Margrit Kennedy (2004) Il Regio è complementare all'euro-Vie nuove per una prosperità sostenibile, conferenza della E.F. Schumacher Society "Monete locali nel 21° secolo", 25-27 giugno 2004, Bard College, Annandale-on-Hudson, New York, USA

Bernard Lietaer, Gwendolyn Hallsmith (2007) Community Currency Guide, Community Initiatives Inc.

Sistemi di scambio complementare e monete locali – Elisa Peinetti (Maggio 2006)

www.arcipelagoscec.net

http://www.sardex.net

https://www.facebook.com/michelenauno/