...sotto il cielo di questi mesi, e situazioni assai poco eccellenti un po' ovunque.

La più grave crisi finanziaria mondiale da ottant'anni a questa parte è in pieno svolgimento e le sue cifre impressionano i più assuefatti commentatori di giornali e televisioni.

Colossi bancari falliti, svenduti, azzerati e ricomprati, iniezioni di liquidità pubblica a 12 zeri per salvare l'insalvabile, borse impazzite, il prezzo dell'oro nero anche di più.

Sullo stesso quotidiano si trovano entusiasti assertori di tali “distruzioni creative” del capitalismo che con le sue crisi periodiche si rinnova e sviluppa, ed inveterati (ex) marxisti che intravedono in esse i prodromi della sua fine.

Sono più interessanti del solito i media nazionali, con la loro enfasi che fa apparire tutto più accelerato, drammatico e cupo intervistando gli uni, tranquillo e prevedibile gli altri...

Si scoprono cose curiose: l'Alitalia è tecnicamente fallita molti anni fa, e oggi si fa a gara solo per spartirsi le spoglie; a forza di vendere bilanci in rosso (“cartolarizzare”: in questa parola è contenuta tutta l'ipocrisia dell'odierna finanza) qualcuno poi si ritrova con un pugno di mosche in mano; che il greggio sta finendo sul serio, e la politica di “decostruzione” della domanda non basterà ad evitare altre crisi assai più reali e concrete di queste bolle finanziarie sempre più scoppiettanti.

Peraltro anche molto più interessanti per noi amanti della decrescita, o per i preoccupati del sempre più anticipato Earth Overshoot day, il giorno in cui il nostro consumo di risorse naturali sorpassa la produzione naturale annua della Terra, quest'anno caduto il 23 settembre.

Tremonti “no global”? Bush “statalista e dirigista”? Sarkozy “moralizzatore del capitalismo finanziario”?

Roba da far venire i brividi al socio Mag più scafato e convinto che l'alternativa a questa finanza, a questa economia, a questa finta politica esiste e ha sempre più senso e importanza.

Il Forum Sociale Europeo svoltosi in Svezia in questi giorni ha riproposto temi antichi (per noi) ma sempre più attuali per le agende politiche europee: la ricostruzione di una economia basata sul benessere di tutti è il primo e più importante, da cui proseguono tutti gli altri, la pace, la giustizia, i diritti.

Purtroppo il silenzio di cui è stato circondato l'evento non fa ben sperare, e ricorda un po' quello di cui a volte ci sentiamo circondati noi in Via Brindisi, alle assemblee, ai cda.

Già, la nostra Mag4. Vi aggiorniamo alle pagine che seguono sui lavori in corso, e qui proviamo a rispondere alla domanda che alcuni di voi si saranno posti, dopo una simile apocalittica presentazione dei globali misteri e misfatti dell'alta finanza: “.. e la nostra cooperativa, che si occupa di finanza “altra” e bassa”, che ha a che fare con tutto ciò?”.

Molto, pensiamo. Siamo un'impresa sociale sul Mercato, e se una banca armata (molto armata) come Intesa-San Paolo lancia Banca Prossima, e alcuni di noi ci cascano in pieno sarà bene che tutti i rimasti si facciano domande più interessanti e facciano proposte che ci permettano non solo di sopravvivere ma di rilanciare.

C'entriamo, eccome. Per fortuna. Vediamo di non uscire e c'entrare sempre di più.