Il 3 agosto 2009 il Parlamento italiano promulgava la legge 102/2009 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonchè proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali"
in cui è previsto all'articolo 5 punto 3.quater “Al fine di sostenere le piccole e medie imprese in difficoltà finanziaria, il Ministro dell'economia e delle finanze e' autorizzato a stipulare, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un'apposita convenzione con l'Associazione bancaria italiana per favorire l'adesione degli istituti di credito a pratiche finalizzate alla attenuazione degli oneri finanziari sulle citate piccole e medie imprese, anche in relazione ai tempi di pagamento degli importi dovuti tenendo conto delle specifiche caratteristiche dei soggetti coinvolti.”
Lo stesso giorno, raro esempio di rapidità ed efficacia da parte dell'amministrazione pubblica, il Ministero dell'economia e delle finanze firmava con l'Associazione bancaria italiana (ABI) e le associazioni imprenditoriali un “Avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio”.
Nelle settimane successive le grande maggioranza delle banche, benché l'adesione fosse su base volontaria, aderivano all'Avviso comune (trovate qui anche il modulo di richiesta).
I commenti sono stati ovviamente tutti positivi: finalmente il sistema bancario si dava disponibile a supportare le piccole e medie imprese, di solito piuttosto maltrattate (ecco i commenti del Corriere della sera, de La repubblica, di Confcooperative, di Legacoop, di AGCI).
Forse la situazione difficile in cui si trovano tante piccole realtà ha finalmente commosso quel sistema bancario che tanta parte ha avuto nella genesi della crisi attuale?
Forse, più egoisticamente, consapevole delle conseguenze di lungo periodo della distruzione del tessuto sociale il sistema bancario ha deciso una mossa lungimirante per la propria stessa sopravvivenza?
No, purtroppo il motivo dell'adesione del sistema bancario è molto più di “corto respiro”. Come si può vedere su Il Sole 24 Ore dell'08/07/09 “Il Governo è pronto «a rivedere, naturalmente a rivedere in meglio, il regime fiscale delle perdite su crediti». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo all'assemblea dell'Abi [...]”. E come riportato da Il Sole 24 Ore del 15/07/09 “[...] La contropartita che chiederà il sistema bancario è un ulteriore sgravio fiscale sulle perdite sui crediti, allargato, se possibile, non solo alle nuove rettifiche ma a quelle già accumulate in bilancio [...]”. Ed eccoci quindi alla firma dell'Avviso comune, durante la quale, come riportato da Il Sole 24 Ore del 03/08/09 “[...] Rispetto, invece, alla deduzioni per le perdite delle banche che parteciperanno volontariamente alla moratoria il ministro ha detto che «ci sarà soltanto se l'accordo funziona». In quel caso «il governo modificherà il meccanismo fiscale sulle perdite, ma solo se c'è credito alle imprese, prima vogliamo vedere la moratoria, poi daremo sgravi fiscali, non viceversa» [...]”.
Insomma, al di là delle solite dichiarazioni di facciata anche questo aiuto lo pagheremo noi cittadini attraverso gli sgravi fiscali al sistema bancario.
Per quanto riguarda la MAG4 Piemonte abbiamo ovviamente scelto di non aderire e, così come già negli scorsi anni abbiamo accettato più volte sospensioni del rientro dei finanziamenti per contribuire a superare crisi specifiche, riconfermiamo ovviamente la nostra disponibilità anche in questo momento di crisi generale.