Accade che lo stato sociale venga man mano smontato, impoverito, eliminato. Ce n'eravamo accorti forse tutti da tempo. Dal reaganismo e thatcherismo in poi.
Ma dal teorico al concreto fa sempre una certa differenza. Dal globalizzato al vicino a casa, fa sempre una certa differenza. Quando ti tocca da vicino, tutto assume contorni più nitidi e più netti.
Così la crisi delle cooperative sociali italiane e torinesi assume ogni giorno elementi ulteriori di certezza. Specie laddove abbiano a che fare con contratti e committenti pubblici. Senza differenza tra governi di centrodestra o di centrosinistra. Giunte di centrodestra o di centrosinistra.
Quando ormai di prevenzione non si parla né si agisce più da anni. Quando chiaramente di intervento sociale se ne vede sempre meno. Quando forse dorme sonni tranquilli solo chi lavora con gli anziani. Quando viene approvato il ddl sulla sicurezza che non fa quasi più scalpore. Ecco che si muovono altri passi dello sfrondare, della potatura.
Torino. Notte Bianca degli Invisibili. I senzatetto a Torino. La cooperativa Parella, socia MAG, dopo 30 anni di azioni e progetti con i senzafissadimora, fa suonare un nuovo allarme. E dopo diverse sollecitazioni, decide di scendere in piazza.
Esiste, nella città di Torino, una parte di popolazione che non ha la casa. Centinaia di persone che non sono nelle condizioni di potersi permettere “il lusso” di pagare un affitto e sono perse nelle infinite liste di collocamento e per gli alloggi popolari.
Esistono, nella città di Torino, lavoratori che operano per dare accoglienza a chi non ha un tetto sulla testa.
Esistono, in Torino, 7 dormitori comunali dove possono trovare ospitalità notturna, accoglienza ed ascolto 160 persone ogni sera, 365 giorni all'anno.
Ognuno di questi dormitori costa, all'anno, quanto le fioriere in via Po.
Esiste, nella città di Torino, un comune ed un assessorato che hanno deciso di smantellare questo servizio minimo indispensabile, togliendo anche la dignità di un posto letto per chi è senza tetto.
Dal 30 giugno, in Torino, ci saranno 50 posti letto in meno per i senza dimora.
Mentre la crisi economica prodotta dai signori morde la nostra società, si compie la scelta politica più pericolosa: tagliare sui servizi sociali e togliere le risorse minime di sopravvivenza a chi è in difficoltà. A chi sta già pagando questa crisi.
Il comune di Torino propone una ristrutturazione dei servizi di accoglienza sul modello leghista veneto: non più piccoli centri di accoglienza ma maxi-dormitori di reclusione degli utenti. Non più investimenti su progetti di promozione sociale, unica speranza di uscire dal giro dell'assistenza, ma mero contenimento e controllo.
Esiste, nella città di Torino, una rete di operatori sociali stanchi di accettare condizioni lavorative al limite della decenza. Stanchi di subire passivamente decisioni e tagli dalle stanze dei bottoni. Stanchi di vedersi considerati distributori automatici di servizi, calpestati nelle retribuzioni, nei diritti, nella professionalità, nei progetti.
Esiste, nella città di Torino, una popolazione di senza tetto stanchi di essere considerati le “scorie della società”, privati di diritti e dignità; sbattuti fuori dal settore produttivo senza alternative, considerati esclusivamente un problema di ordine pubblico.
Esiste, nella città di Torino, un movimento che chiede ascolto, attenzione, che ritiene necessario essere coinvolto nei processi progettuali e decisionali che riguardano il proprio lavoro e la propria esistenza.
Esiste una moltitudine di cittadini che vuole rompere l'invisibilità, che è stanca di tacere di fronte allo smantellamento del sistema sociale, all'annullamento della dignità umana, alle abominevoli politiche sulla sicurezza.
Esiste, nella città di Torino, un momento nel quale rendere visibile ciò che vorrebbe essere messo a tacere, un momento nel quale costruire il dissenso coinvolgendo la cittadinanza tutta. Esiste una
NOTTE BIANCA DEGLI INVISIBILI
mercoledì 10 giugno, in Piazza San Carlo dalle ore 18,30
dove, tra performance teatrali, interventi, contributi, musica, racconti,
occuperemo finalmente il salotto buono della città perché...
...QUANDO MANCA LA CAMERA
DA LETTO,
SI VA A DORMIRE IN SALOTTO!
La manifestazione funziona. Ci sono molti partecipanti, interventi, contributi. Operatori sociali, delle cooperative, pubblici. Ci sono anche molte assenze, istituzionali, del mondo della cooperazione. Il risultato è un primo slittamento della scadenza del servizio. Ma è chiaro si tratti solo di un contentino.
Così l'aggregazione nata da questa prima azione pubblica continua. "Lavori in corso", dichiara il gruppo "Socialeinmovimento". Con il progetto di continuare a discutere, riflettere, agire.
“Socialeinmovimento” è un movimento spontaneo di operatori sociali, utenti, associazioni, cooperative, sindacati e cittadini nato con la spinta della lotta per contrastare la chiusura del dormitorio pubblico di strada Castello di Mirafiori. L'aggregazione è stata immediata e ci ha visti riuniti in più occasioni: di fronte al dormitorio, in assemblea presso la sala “PasqualeCavaliere” e nella grande e riuscitissima manifestazione della “notte degli invisibili” in piazza san Carlo.
I primi due obiettivi del movimento: non un posto letto, non un posto di lavoro in meno, sembrano parzialmente raggiunti: l'amministrazione pubblica ha proposto il trasferimento del dormitorio presso la ex struttura di “Emergenza freddo” sita in strada delle Ghiacciaie. Questa proposta “salva” il numero di posti letto e il numero di posti di lavoro. Fino al 31 ottobre... Questa proposta, però, arretra pesantemente sul piano della qualità dei servizi offerti, la struttura è inadeguata e fuori norma: tanti piccoli container di lamiera dentro ad un capannone con funzione di magazzino.
Ma questo movimento ha sollevato questioni molto più ampie che toccano tutti i soggetti: chi contrasta oggi lo sfascio dei servizi sociali torinesi, in particolare nei confronti delle categorie più deboli e marginali? Chi difende i diritti di cittadinanza dei soggetti più deboli? In quali contesti gli operatori possono svolgere il loro ruolo, che non è solo quello del controllo sociale o dell'accudimento, ma che è promozione dei diritti di cittadinanza, empowerment, emancipazione? Come si può agire la rappresentanza dei cittadini, degli utenti, delle categorie professionali, del terzo settore, nella progettazione della politica sociale della città?
Oggi sembrano non esserci più spazi. L'amministrazione comunale sembra incapace di governare la partecipazione ai processi di progettazione e verifica degli interventi sociali. Un rigido dirigenzialismo interno ed un terzo settore ammutolito dal costante ricatto dei contratti o dei contributi. A Torino sembra essersi perso quel pensiero sociale trasversale che l'aveva caratterizzata negli scorsi anni.
Socialeinmovimento potrebbe essere l'occasione di riaprire questi spazi, di ridare parola e pensiero a tutti quelli che hanno a cuore la partecipazione e la democrazia attiva e dal basso. A tutti gli operatori (del privato e del pubblico), gli utenti, le associazioni e le organizzazioni che vorrebbero contribuire alla programmazione e alla verifica delle politiche sociali.
Socialeinmovimento potrebbe essere una “buona pratica” di partecipazione per trasformare le legittime rivendicazioni e la “rabbia” degli operatori in progetto, per lavorare sulla costruzione di reti che elaborino proposte unitarie e costruttive.
Socialeinmovimento potrebbe essere un network sociale, integrato e coordinato con gli altri soggetti, i coordinamenti, i collettivi, i laboratori etc, già attivi in città e già “in rete”.
Questa è la scommessa e la proposta che rivolgiamo a tutti i soggetti interessati: un'assemblea che individui obiettivi comuni e strategie, laboratori sociali tematici; un sistema informativo efficace che permetta scambi, informazioni, espressioni.
Proponiamo a tutte/i un'assemblea per la definizione di questi temi
giovedi 9 luglio ore 17,30 - Fabbrica delle E (gruppo Abele)
corso Trapani 95 -