Mentre aumentano le Regioni italiane impegnate sul fronte del commercio equo e solidale, il Piemonte fa un ulteriore e deciso passo indietro, azzerando i fondi previsti dalla Legge n°26 del 28 ottobre 2009 -"Disposizioni per la promozione e la diffusione del commercio equo e solidale". La legge, che fino ad oggi era in attesa di diventare operativa, era già stata vittima la scorsa estate dei tagli della nuova Giunta, che aveva dichiarato di voler ridurre lo stanziamento da 350.000 euro previsti a 30.000, rendendo di fatto impossibile l’attuazione di buona parte delle azioni previste.

In autunno è stata nominata la Consulta e da allora si attendeva l’uscita del bando per poter avviare iniziative di sensibilizzazione con il budget disponibile.

La notizia di oggi pone fine anche a questa attesa: gli uffici competenti ci comunicano che i fondi stanziati per il 2010 non sono più disponibili e che nel bilancio preventivo del 2011 non è prevista alcuna spesa a carico dell’Ente a copertura di iniziative sul commercio equo e solidale.

È questa la fine di un lungo percorso che dal 2006 ad oggi ha coinvolto una trentina di realtà non profit, riunitesi appositamente nel Coordinamento delle Organizzazioni Piemontesi di Commercio Equo e Solidale, il cui progetto aveva raccolto consenso da una parte significativa dei gruppi consiliari, portando nel 2007 ad un progetto di legge che fu firmato da consiglieri di diversi partiti politici, configurandosi come una proposta largamente condivisa e bipartisan.

È deludente – dichiara Alberto Anfossi, presidente della cooperativa Mondo Nuovo che, insieme a Juan Saavedra della cooperativa I.so.la. e Luca Gioelli della coop. Liberomondo, è portavoce del Coordinamento delle Organizzazioni Piemontesi di Commercio Equo e Solidale – che il lavoro di anni, realizzato in modo partecipato e condiviso a più livelli, sul piano politico e amministrativo, sia oggi vanificato da un atto di prepotenza della Giunta attuale, che dal suo insediamento ha risposto negativamente alle nostre richieste di incontro. In questo modo soffocano sul nascere la neonata legge, frutto di un importante lavoro condiviso, senza neanche ascoltare la nostra voce né voler sapere chi siamo e cosa facciamo da anni sul territorio piemontese, che è peraltro uno dei più significativi nel panorama dell’equo e solidale italiano.”

In Piemonte si contano oltre 60 “Botteghe del Mondo”, punti vendita dei prodotti equosolidali gestiti in modo non profit, che si configurano come luoghi di aggregazione e informazione, punti di riferimento per attività di sensibilizzazione sul consumo responsabile. Le cooperative e associazioni che li gestiscono raccolgono oltre 5.000 cittadini associati, circa 700 volontari e danno lavoro a 150 persone.

Anche l’Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale (AGICES – www.agices.org) esprime rammarico di fronte a questa notizia:

È poco sensato – dichiara il Presidente AGICES Alessandro Franceschini – che una Regione vari una legge che poi non viene finanziata e che quindi perde ogni efficacia a livello operativo. Auspichiamo che in futuro il commercio equo e solidale anche in Piemonte, come avviene in altre Regioni, rientri a pieno nella strategia di sostegno alla cooperazione internazionale e di valorizzazione dei consumi sostenibili. Proprio nei momenti di crisi economica è infatti ancora più sensato investire in iniziative che nascono dal basso, da un grande movimento di cittadini, consumatori e volontari che operano ogni giorno per un miglioramento delle regole dell’economia internazionale proprio a partire dagli acquisti di tutti i giorni”.

AGICES da anni lavora affinché le organizzazioni di commercio equo vengano riconosciute dalle Istituzioni come realtà che attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica, si impegnano per la giustizia sociale ed economica, lo sviluppo sostenibile, il rispetto per le persone e per l’ambiente. Attualmente sono 9 le regioni in cui sono state approvate le “leggi equosolidali”: dopo i primi risultati in Liguria, Marche, Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 si sono aggiunte il Piemonte (L.R. n. 26 del 28.10.2009), l'Emilia Romagna (L.R. n. 26 del 29.12.2009) e il Veneto (L.R. n. 6 del 22.1.2010). Il Piemonte rappresenta oggi un’eccezione rispetto alle altre Regioni dotate di una normativa equosolidale, le quali hanno già reso operative le proprie leggi, provvedendo a sostenere le organizzazioni di fair trade del territorio.

Torino, 14 gennaio 2011

 

PER INFORMAZIONI:

  • Alberto Anfossi, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 349 2959688
  • Juan Saavedra, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 347 6841610
  • Luca Gioelli Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -348 0945561