La rete Lilliput nasce nel 1999 con l'obiettivo principale di mettere in collegamento e far interagire tutte le piccole realtà locali italiane che operano contro le diseguaglianze nel mondo. Deriva dalla considerazione che le numerose associazioni e i gruppi sono ricchi di creatività e partecipazione, ma sono poco visibili e hanno poca incisività. Si basa su un Manifesto di intenti elaborato dal “Tavolo delle Campagne”, un gruppo di coordinamento formato dalle principali associazioni e campagne nazionali di stampo sociale. Come dice il nome stesso, la rete si propone di mettere in atto una strategia “lillipuziana” con la quale legare il gigante del liberismo selvaggio attraverso numerose piccole azioni concrete.
Si tratta di una rete laica, composta da persone, nodi, organizzazioni e reti collegati e coordinati che perseguono il cambiamento delle regole che governano le istituzioni finanziarie e il commercio internazionale; propongono il cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita, un modello diverso di gestione integrata del territorio, delle risorse naturali e dei beni comuni basato sulla partecipazione, la consapevolezza dei limiti delle risorse e sulla riduzione dell'impronta ecologica; si impegnano per un'economia di giustizia e solidarietà, per una politica di disarmo, per un modello di difesa popolare non violenta e per la gestione non violenta dei conflitti, per il recupero della solidarietà sociale e per l'interazione paritetica delle culture.
A livello decisionale, la rete cerca di praticare la leadership diffusa, il consenso, i metodi partecipativi; persegue la coerenza tra mezzi e fini, tra forma e contenuto; propone la riscoperta delle relazioni umane e di un rapporto armonioso con la natura.
Lilliput non è un'associazione a cui si aderisce individualmente, ma una rete della quale si entra a far parte a livello locale attraverso la condivisione del manifesto nazionale. Non ci sono vincoli rigidi di appartenenza, ma è prevista la massima autonomia dei gruppi locali e degli individui; la rete costituisce un luogo di incontro, un forum di discussione dove le diverse realtà propongono e sperimentano nuove possibilità per l'azione politica e sociale; sostiene l'azione locale attraverso la coordinazione delle iniziative e delle campagne nazionali ed internazionali.
Importanza fondamentale viene data alle azioni concrete, ai gruppi di lavoro tematici e alla loro diffusione, all'individuazione e sviluppo delle potenzialità della non-violenza, alla crescita culturale della rete e dell'intera società tenendo conto delle differenze di genere.
Non fanno parte della Rete partiti e sindacati in quanto rifiuta la professionalizzazione e personalizzazione della politica e non vuole essere identificata dal pubblico con una o più persone, in caso ci siano incarichi di rappresentanza, portavoce, coordinamento, sono soggetti a vincoli temporali e criteri di rotazione; la Rete favorisce la circolazione di un'informazione esauriente e rapida, in modo da dare a ciascuno la possibilità di esprimere sia accordo che dissenso e favorire così azioni basate sul consenso.
Rete Lilliput si occupa di numerose campagne, ecco alcuni esempi:
Acqua: conoscenza e riappropriazione del territorio
L’obiettivo di questa campagna è di informare il più possibile i cittadini e le associazioni sul piano di tutela delle acque, per denunciarne i punti critici sul territorio. Si vorrebbe quindi arrivare alla costituzione di una rete che permettesse il coinvolgimento dei cittadini nella gestione pubblica, sempre convinti che l’unione di saperi e risorse umane garantisca una maggiore conoscenza del territorio, e possa quindi portare ad un reale confronto con le amministrazioni pubbliche.
Attivazione Distretti di Economia Solidale
L’obiettivo di questa campagna è di promuovere presso i nodi l’attivazione di reti locali di economia solidale (distretti), ovvero di circuiti economici di scambi tra le realtà di economia solidale presenti sul territorio, come le botteghe del mondo, i GAS, gli agricoltori biologici, la finanza etica, il turismo responsabile, le cooperative sociali, i bilanci di giustizia, etc. Per questo si è pensato anche alla diffusione della giornata dell’economia solidale, in collegamento alla giornata del non acquisto.
Per una Finanziaria di Pace
Rete di Lilliput ha deciso di sostenere le richieste di riduzione delle spese militari proposte dalla campagna Sbilanciamoci.
Tra le proposte ci sono iniziative di informazione e pressione attraverso incontri e azioni nonviolente, quali il digiuno organizzato. Padre Angelo Cavagna ha deciso di riprendere il “Digiuno rigoroso a tempo indeterminato salvo la vita” dal 22 ottobre con l'inizio della discussione parlamentare della legge Finanziaria. Il digiuno aperto a tutti i si propone vari obiettivi tra cui:
1- riduzione delle spese militari di 'almeno il 10% delle spese militari nel 2005', per arrivare ad una riduzione del '50% nel 2010”.
2- aumento dei trasferimenti agli Enti Locali
3- reintroduzione nella Finanziaria dei 250 milioni di Euro per la Cooperazione internazionale, recentemente stornati.
La Campagna Control Arms in Italia - Controlla le armi!!
A fronte di una drammatica situazione di guerra in tutto il mondo, fomentata e favorita da un'assoluta mancanza di controllo sul commercio delle armi, la Rete Italiana per il Disarmo ha deciso di lanciare una campagna a vari livelli sul tema degli armamenti, in particolare quelli cosiddetti “leggeri”. Da un lato si vuole contribuire alla grande mobilitazione internazionale sul commercio di armi (Campagna Control Arms) e dall’altro migliorare gli strumenti legislativi e di trasparenza esistenti in Italia. Il nostro Paese è infatti il quarto produttore ed il secondo esportatore mondiali di armi leggere... e non disponiamo di nessuna forma di controllo sugli intermediatori internazionali di armi.
L'azione si articola su tre livelli paralleli ed integrati, su cui le organizzazioni della Rete si impegnano a lavorare:
A livello Internazionale con il contributo alla promulgazione di un Trattato Internazionale sul Commercio degli armamenti (ATT), spingendo all’azione in tal senso il nostro Governo e le nostre Istituzioni.
A livello europeo agendo, di concerto con la rete europea sul disarmo, per una revisione del Codice di Condotta Europeo sull’export di armamenti; il tutto cercando di tenere alto il livello di monitoraggio e di analisi dei dati che vengono comunque forniti. Attualmente il Codice non è vincolante e risulta piuttosto debole sotto molti aspetti. Il valore aggiunto di un nostro intervento nelle mobilitazioni di livello europeo consiste nel portare in tale contesto l’esperienza italiana maturata in 15 anni di applicazione della legge 185/90.
A livello nazionale lanciando una sensibilizzazione diffusa sul tema delle armi (a partire da quelle cosiddette leggere), e cercando parallelamente di raggiungere alcuni obiettivi.
Altri temi trattati sono: ambiente, economia solidale, nonviolenza, commercio e finanza, diritti.
RIFERIMENTI